LE POSIZIONI DI TIRO CON L’ARMA CORTA (LE POSIZIONI LATERALI)
GENERALITA’
Come già enunciato nei due precedenti articoli, il termine “Posizione di Tiro” dà l’idea di un’attività statica, da relegare al Tiro effettuato per colpire il bersaglio al locale Poligono di Tiro a Segno. Qui però parliamo di Tiro Operativo: il concetto di Posizione di Tiro cambia completamente significato, in quanto il Tiro è rivolto al Bersaglio Armato e, quindi, interconnesso al concetto di combattimento, che è fluido per sua natura specifica. La Posizione di Tiro, quindi, deve essere abbastanza dinamica da poter supportare al meglio il rapporto Operatore-arma. Così, mentre nel Tiro ad un qualunque bersaglio detto termine sembra calzante, nell’accezione del Tiro Operativo, esso diventa un ossimoro, cioè una contraddizione di termini.
Abbiamo esplorato e valutato attentamente le due Posizioni di Tiro che hanno dominato lo scenario operativo e il Tactical Training per decenni: la Weaver, ideata dal Deputy Sheriff Jack Weaver e divenuta il cavallo di battaglia di Jeff Cooper e l’Isoscele, che è seconda alla Weaver per fama, ma superiore ad essa per la precisione del tiro sul bersaglio, in virtù della disposizione geometrica che il tiratore deve assumere. Entrambe le suddette Posizioni di Tiro sono patrimonio della cultura tattico-operativa statunitense, anche se le origini certe dell’Isoscele sono incerte. Infatti, non si può dire con assoluta certezza se l’Isoscele sia stata ideata negli USA, in Oriente, oppure in Europa, essendo essa una Posizione di Tiro abbastanza “istintiva” da poter essere stata usata per primo da chiunque abbia preso una pistola tra le mani e puntata su un bersaglio, senza che questi sia stato edotto sulle specifiche che regolano l’Isoscele. Differente storia è per la Weaver, che non è affatto naturale e non è assunta spontaneamente dal neofito: essa, piuttosto, è imparata ed eseguita per imitazione. Dopo aver visto abbastanza puntate di CSI: Miami, lo spettatore a digiuno di armi potrà sfoggiare la stessa presa sulla pistola (e relativa Posizione di Tiro) che Horatio Caine è solito usare. In realtà, tali imitazioni sono state recepite e poi messe in atto da persone difficilmente sospettabili di simili pratiche: è un dato di fatto che gli Agenti di Polizia statunitensi sparassero prevalentemente a una mano, fino alla metà degli anni sessanta, a causa degli input derivanti dalla visione della finzione cinematografica. Il problema consisteva nel fatto che la presenza della doppia azione nel revolver – arma corta utilizzata da oltre il novanta per cento dei Dipartimenti di Polizia in quei tempi – faceva sì che il tiro fosse impreciso se l’arma era impugnata e utilizzata a fuoco con una sola mano, anche alle brevi distanze. L’adozione delle Tecniche di Tiro con entrambe le mani – e delle relative Posizioni di Tiro – facilitò la precisione del tiro in maniera considerevole.
Sin dalla loro entrata nella scena addestrativa e operativa, sia la Weaver, sia l’Isoscele hanno subito e continuano a subire modifiche più o meno accentuate. A volte questi ritocchi hanno migliorato gli aspetti pratici e il risultato finale, a volte essi hanno dato luogo a seducenti modalità coreografiche , certamente gradite alle fiction e ai film del piccolo e grande schermo. Per quanto riguarda il risultato finale è importante che alla coreografia segua la performance, ossia la rosata ottenuta sul bersaglio usato in addestramento.
Come già scritto nei precedenti articoli, la differenza principale tra le due è che la Weaver pone l’Operatore in una posizione trasversale rispetto al bersaglio, mentre l’Isoscele lo pone in modo frontale.
Dette Posizioni di Tiro devono produrre la migliore precisione di tiro che è possibile ottenere, quando il tiratore assume quella particolare postura e fa fuoco sul bersaglio con l’arma corta. Anche qui, le differenze tra le due Posizioni di Tiro sono sostanziali, se consideriamo le varie modalità e circostanze nelle quali può avvenire il Tiro Reattivo, ossia l’attività di neutralizzazione del Bersaglio Armato interconnessa con il Tiro Operativo e Difensivo. Le modalità di Tiro Reattivo che interessano l’Operatore impegnato in un esercizio di Survival Shooting – oppure imbattutosi nella realtà di un conflitto a fuoco – sono essenzialmente due: il Tiro Mirato e il Tiro Puntato. L’Isoscele può essere utilizzata in entrambe le modalità, in quanto la triangolazione ottenuta mediante il congiungimento dei palmi delle mani nella posizione frontale permette il puntamento sicuro sul bersaglio. La Weaver, invece, che pone l’Operatore in posizione trasversale rispetto al bersaglio, non può essere usata con la stessa precisione nel Tiro Puntato, in quanto essa non fornisce un Body Index (Indice Corporeo) e l’Operatore deve basarsi sulla Propriopercezione per riuscire a colpire il bersaglio. Un compito estremamente difficile da portare a termine, a causa dell’insorgere di fenomeni psico-fisici che disturbano le normali attività del coordinamento oculo-manuale durante il combattimento.
Durante gli anni ottanta, negli USA fervevano accanite discussioni, nell’ambito dei Circoli di Polizia, su quale delle due Posizioni di Tiro fosse la migliore. La mia idea personale consisteva nella realizzazione di una Posizione di Tiro che fosse più dinamica e reattiva di entrambe. A fine anni ottanta nascevano le Sideways Stances (Posizioni Laterali) del Dynamic Combat Shooting® (Tiro Dinamico Operativo®).
LE POSIZIONI LATERALI
Le Posizioni Laterali di Tiro hanno costituito il primo tentativo di “creazione” di nuove Tecniche di Tiro nel Tiro Dinamico Operativo®. Il Sistema di Tecniche di Tiro e Tattiche Operative, Difensive e Protettive dal quale proviene il Tiro Dinamico Operativo® nacque con il nome di Senso-Do (the Art of War) ed era stato creato con l’intento di amalgamare Tecniche militari, di Polizia e della Sicurezza privata (delle quali avevo esperienza diretta oppure conoscenza certa) con le Tecniche dinamiche provenienti dalle Arti marziali, allo scopo di sviluppare Tecniche che avessero come comune denominatore l’immediatezza dell’azione/reazione, l’impostazione ergonomica e l’adattabilità ai fenomeni generati dal Combat Stress. Agli inizi, appunto (siamo nel 1988 in Florida), le Posizioni Laterali sembravano inglobare le suddette caratteristiche, ma esse non ressero il confronto con la realtà dei fatti. Esse erano basate su un concetto utilitaristico (ed ergonomico), secondo il quale l’Operatore impegnato in uno scontro a fuoco deve offrire il minor bersaglio – e nel minor tempo possibile – ad un avversario che gli spara. In effetti, i movimenti che l’Operatore compie per eseguire l’estrazione dell’arma e il puntamento della medesima sul bersaglio quando assume una Posizione Laterale, sono abbastanza veloci. In alcuni casi, soprattutto in relazione alla posizione del bersaglio e alla capacità di reazione dell’Operatore, estrazione e puntamento possono avvenire in tempi brevi e la successione dei movimenti è fluida e consequenziale, senza né stacchi, né tempi morti di sorta.
Una attenta valutazione, durata anni, portò alla conclusione che era impossibile ottenere una Posizione di Tiro che rendesse l’Operatore allo scoperto meno suscettibile ad essere colpito da proiettili d’arma da fuoco, in virtù dell’aver assunto una posizione “ultra-piatta”.
Inoltre, le Posizioni Laterali avevano in comune con la Weaver il porsi ad un angolo con il Bersaglio Armato e non frontalmente: la posizione frontale è la risposta psico-fisica della macchina umana ed è meglio assecondarla che combatterla, in modo da ottimizzare le probabilità di sopravvivere all’evento. Come nel caso della “Weaver”, infatti, le Posizioni Laterali di Tiro non sono vantaggiose per l’Operatore, in quanto:
- L’essere frontale, laterale, oppure in una qualunque altra posizione e angolazione rispetto al Bersaglio Armato (colui il quale ci spara contro), dipende – più che dalla nostra volontà – dalla peculiarità della situazione. Il rimbalzo di un proiettile su una superficie verticale a noi vicina, per esempio, potrebbe trasformare la nostra intesa silhouette in un bersaglio pieno. Così come avverrebbe nel caso di aggressori multipli: la ricerca della Posizione Laterale ci farebbe soltanto sprecare tempo, come minimo!
- Il porsi lateralmente, oppure obliquamente rispetto al Bersaglio Armato, non diminuisce né assottiglia la sagoma vitale, bensì la concentra. Un grande e qualificante esempio di ciò è sintetizzato nella localizzazione degli organi vitali, quando ci poniamo frontalmente, lateralmente, oppure obliquamente rispetto ad uno specchio che rifletta la nostra persona per intero: vista lateralmente, la gabbia toracica, sede di organi vitali, fa intuire quanto pericoloso possa essere un proiettile che la colpisce in questo modo. Stomaco e fegato possono più facilmente venire a trovarsi sulla medesima traiettoria, così come entrambi i polmoni (di contro, la posizione frontale presenta come bersaglio soltanto uno di queste coppie di organi).
- Se l’Operatore indossa una Protezione Balistica, il dare il fianco (ossia, la parte che è totalmente o parzialmente non protetta da materiale balistico) all’aggressore, significherebbe mettere a nudo il proprio Tallone d’Achille.
- Assumere una Posizione Laterale offre soltanto l’illusione di essere meno scoperto e meno vulnerabile ai colpi d’arma da fuoco, ma il tempo impiegato nell’assumerla diventa un fattore (anche se la bilancia può ribaltarsi, nel caso l’Operatore sia propriamente addestrato). La vera risposta ad un’aggressione repentina e violenta a mezzo di armi da fuoco, risiede soprattutto nella capacità di saper opporre una Reazione altrettanto rapida e dinamica.
Le Posizioni Laterali non possono essere la risposta tattica all’aggressione armata! Al presente, l’unica situazione in cui le Posizioni Laterali possono essere impiegate è relativa alla presenza di un Riparo esiguo, quali una sporgenza oppure una rientranza presenti in una parete, oppure anche una colonna.
LO SLANCIO
Lo Slancio non è una Posizione vera e propria, bensì costituisce un segmento della Pronta Reazione: consiste nel porsi “di getto” in una posizione adeguata ad offrire all’Operatore una base di tiro immediata. Lo Slancio nacque insieme con le Posizioni Laterali e ne rispecchia il carattere dinamicamente ed ergonomicamente aggressivo. In seguito, lo Slancio divenne trasversale o anche frontale rispetto al Bersaglio Armato, stabilendo un Point Index con il braccio della mano che impugna l’arma nel Safe Grip™, per essere poi dismesso dalle Tecniche del Tiro Dinamico Operativo®.
Per sopperire all’esigenza dell’avere Posizioni di Tiro efficaci quando si utilizza a fuoco la pistola con una sola mano, la Mantide™ e il Pentagono™ furono “dimezzate”, ossia trasformate in Posizioni di Tiro a una mano, affinché l’Operatore potesse mantenere i vantaggi della Posizione originale, pur utilizzando una sola mano, da tenere in posizione centrale rispetto al corpo. La Ricerca con torcia e pistola vede anche l’utilizzo della Mantide™ nel Tiro Puntato a una mano (quando è necessario il Puntamento Diretto), oppure della Posizione a Contatto™ con una mano all’altezza della fibbia della cintura, mentre nel Tiro con lo Scudo Tattico è impiegato il braccio forte del Pentagono™.
CONCLUSIONE
La Posizione di Tiro deve essere appropriata allo scopo che si vuole raggiungere: esso può essere un risultato sportivo, piuttosto che la difesa della propria o altrui incolumità. Nel contesto tattico-operativo, le Posizioni di Tiro devono poter essere inserite in un qualsiasi Ambiente Tattico e quindi devono essere caratterizzate da Reattività, Equilibrio/Ergonomia, Mobilità, Sicurezza. Un’attenta valutazione della presenza e qualità dei suddetti elementi ci permetterà di attribuire o negare alla Posizione di Tiro una valenza oggettiva.
FOTO E RELATIVE DIDASCALIE