LE POSIZIONI DI TIRO CON L’ARMA CORTA (LE POSIZIONI A UNA MANO)
di Tony Zanti
GENERALITA’
Nei precedenti articoli è stato detto che il termine “Posizione di Tiro” dà l’idea di un’attività statica, da relegare al Tiro effettuato per colpire il bersaglio al locale Poligono di Tiro a Segno. Ciò è vero in qualsiasi lingua e specialmente in Inglese, che è la lingua madre del Tactical Training. Anzi, in Inglese il termine “Posizione di Tiro” è tradotto con “Shooting Stance”. “Stance” deriva da “standing”, che significa
“stare in piedi, sostare”: una posizione statica per eccellenza, dunque, nell’accezione anglosassone! E’ vero, dunque, che le Posizioni di Tiro sono concepite – internazionalmente – come posizioni statiche, effettuate da Operatori che assumono la postura eretta, ma è altrettanto vero che dette posizioni costituiscono una necessità addestrativa, utilizzate allo scopo di apprendere – da una parte – le conoscenze di base del tiro e – dall’altra – di aver maggior controllo fisico e visivo sugli allievi impegnati nel tiro. Chiaramente, non tutte le volte che un Operatore è costretto a far fuoco per difendere se stesso, oppure proteggere altri, è nella posizione eretta. Mille diverse situazioni comportano il Tiro Reattivo mentre l’Operatore è seduto, inginocchiato, riverso al suolo o supino, mentre il Bersaglio Armato può trovarsi ad altezze, distanze e posizioni diversissime da quelle che possono comunemente essere supposte in fase addestrativa.
Chiaramente, poiché qui facciamo riferimento al Tiro Operativo e Difensivo, il concetto di Posizione di Tiro cambia completamente significato, in quanto il Tiro è rivolto al Bersaglio Armato e, quindi, interconnesso al concetto di combattimento,
che è scevro di staticità, bensì è caratterizzato da una dinamicità elevata. La Posizione di Tiro, quindi, deve essere abbastanza dinamica da poter supportare al meglio il rapporto Operatore-arma. Così, mentre nel Tiro ad un qualunque bersaglio detto termine sembra calzante, nell’accezione del Tiro Operativo, esso diventa un ossimoro, cioè una contraddizione di termini.
Negli scorsi articoli abbiamo esplorato e valutato attentamente due famosissime Posizioni di Tiro: la Weaver e l’Isoscele, che tutt’ora sono icone solide della Dottrina Tattica tradizionale. Abbiamo inoltre esaminato queste due Posizioni di Tiro dalla prospettiva utilitaristica ed ergonomica, cercando di scoprirne le rispettive valenze e le debolezze, anche comparandole con Posizioni di Tiro quali la Mantide™ e il Pentagono™, del Tiro Dinamico Operativo®. Abbiamo anche visto che le Posizioni Laterali non sono la ricetta che consentirebbe all’Operatore di aumentare le proprie possibilità di sopravvivenza in uno scontro a fuoco.
Abbiamo esposto, in pratica, le più note – e le meno note – Posizioni di Tiro a due mani, ossia quelle impostazioni corporee che l’Operatore utilizza mentre impugna l’arma corta con una mano e avvolge detta presa con l’altra mano, allo scopo di rendere più salda la stretta sull’arma e, di conseguenza, più preciso il tiro. Abbiamo inoltre verificato che ciascuna Posizione di Tiro è interdipendente dal rapporto tra la disposizione degli arti inferiori e superiori e la visuale che l’Operatore ha dell’Ambiente Tattico e del Bersaglio Armato. Sembrerebbe l’unico modo nel quale si possa sparare con una pistola o un revolver: ovviamente, non è così!
LE POSIZIONI A UNA MANO
Tutto sta a indicare che le prime armi corte fossero tenute con una sola mano durante il fuoco: documenti storici, disegni, dipinti e altre raffigurazioni dell’epoca mostrano gentiluomini e soldati immortalati in tale gesto. Le epoche successive (parliamo praticamente di un mezzo millennio) sono altrettanto esplicite al riguardo. Anche se non si può escludere che alcuni possano aver impugnato la pistola con entrambe le mani, la presa abituale sull’arma era effettuata con una sola mano. Il perché è semplice: tale impugnatura era favorita – se non resa necessaria – dalla particolare forma delle pistole antiche, più simili a bastoni o a manici di ombrello e non vi era posto per appaiare alla mano forte l’altra mano. Inoltre, la suddetta modalità di impugnare la pistola obbligava il tiratore ad assumere una posizione laterale rispetto al bersaglio. Pura necessità ergonomica, favorita anche dalla primordiale credenza che voleva la posizione laterale più conveniente rispetto alla posizione frontale. Testimonianza ne sono le varie raffigurazioni dei duelli, ove i contendenti assumevano una posizione prettamente laterale. In realtà, il torso umano non si assottiglia quando è presentato lateralmente. Piuttosto, esso addensa il proprio bersaglio vitale, esponendo al tiro coppie di organi. Basti pensare che due polmoni (che costituiscono il bersaglio più esteso della cavità toracica) trapassati da un proiettile non consentono la sopravvivenza dell’individuo colpito. E’ anche vero che il duellante che fosse stato colpito ad una spalla da una palla di piombo, rischiava di soccombere per una ferita che oggi sarebbe considerata non grave, a causa dell’ignoranza che vigeva ai tempi sulla necessità di disinfezione e non-contaminazione delle ferite aperte. Quindi, l’esperienza dava per scontato che era molto meglio non farsi colpire – neanche in modo lieve – e presentare il minimo del proprio bersaglio. L’abitudine a sparare con una sola mano è comunque durata fino a tempi piuttosto recenti. E’ risaputo che gli Agenti di Polizia statunitensi sparassero prevalentemente a una mano, fino alla metà degli anni sessanta, a causa degli input derivanti dalla visione della finzione cinematografica. Il problema consisteva nel fatto che la presenza della doppia azione nel revolver – arma corta utilizzata da oltre il novanta per cento dei Dipartimenti di Polizia in quei tempi – faceva sì che il tiro fosse impreciso se l’arma era impugnata e utilizzata a fuoco con una sola mano, anche alle brevi distanze. L’adozione delle Tecniche di Tiro con entrambe le mani – e delle relative Posizioni di Tiro – facilitò la precisione del tiro in maniera considerevole.
Un piccolo esperimento pratico proverà la veridicità di quanto sopra affermato. Sparando rapidamente ad un bersaglio posto alla distanza di tre metri (distanza entro la quale avviene circa il cinquanta per cento degli scontri a fuoco) con un revolver di medio calibro nella doppia azione, si noterà poca differenza nella rosata, sia che l’arma sia impugnata con una mano, sia con due. Se si ripete l’esperimento alla distanza di sette metri (distanza entro la quale avviene oltre l’ottanta per cento degli scontri a fuoco), la differenza tra i due modi di impugnare l’arma darà risultati molto diversi sul bersaglio. Il riferimento più consistente è indirizzato al Tiro Reattivo, ovviamente, che è caratterizzato dall’immediatezza e la velocità dell’azione/reazione e dallo scarso – se non inesistente – allineamento degli organi di mira, dall’occhio dell’Operatore al Bersaglio Armato. Nella modalità in cui avviene il Tiro Accademico, che invece è caratterizzato da staticità e tranquillità spazio-temporale, lo sparare con una mano è più che idoneo a colpire il centro del bersaglio.
Vi sono circostanze, però, che richiedono l’uso di una sola mano durante il Tiro Reattivo.
LA REAZIONE IMMEDIATA
Non vi è dubbio alcuno che l’azione più veloce di estrazione dalla fondina e il conseguente puntamento e sparo sul bersaglio che possa avvenire è quella effettuata con una sola mano. Detta azione è più facilmente intuibile se si considera l’esplosione di un colpo mentre l’arma si trova all’altezza dell’addome del tiratore (appena fuori dalla fondina), oppure verso il lato forte del tiratore, ossia in quelle situazioni ove l’apporto della mano di supporto non gioverebbe dalla prospettiva ergonomica e anche rallenterebbe l’azione. L’altra ragione per cui la mano “debole” deve necessariamente essere meno veloce della mano che impugna l’arma, anche quando il puntamento avviene frontalmente, è relativo alla Sicurezza dell’Operatore. Ovviamente, la mano “vuota” può essere spinta con maggiore velocità davanti al corpo dell’Operatore che non la mano che porta il peso dell’arma. Altrettanto ovviamente, ciò non deve avvenire. La mano di supporto, quindi, sarà condizionata nei movimenti e nella velocità dalla mano che impugna l’arma. Nei succitati casi, dunque, la Reazione Immediata potrà benissimo essere portata a termine senza l’ausilio della mano di supporto.
Si considerino anche le circostanze nelle quali il tiro non avviene nella posizione eretta e che debba essere il prodotto, appunto, della Reazione Immediata. Essere riversi al suolo in seguito a una caduta, oppure seduti nell’automobile, implicano difficoltà di ordine ergonomico e ambientale, nella particolarità del Tiro Reattivo, quando non vi è né il tempo, né la disposizione corporea adeguata ad impugnare l’arma corta a due mani.
IL TIRO NELLA DISTANZA A CONTATTO
La Distanza a Contatto va dal contatto con il Bersaglio Armato, fino a un massimo di due metri dal medesimo. Si capisce quanto pericolosi possano risultare lo scontro e la colluttazione con un aggressore armato in una simile circostanza. E’ chiaro che nella suddetta circostanza non possono essere utilizzate Posizioni di Tiro a due mani. A questa distanza vince la giusta Tecnica Difensiva, non l’abilità nel colpire il bersaglio. Vince la velocità, piuttosto che la precisione del tiro: tanto che il Tiro Reattivo più efficace è costituito dal Tiro a Contatto, ove la volata dell’arma è poggiata sul corpo del Bersaglio Armato. A questa distanza il pericolo maggiore è costituito dalla lama, mentre bastoni e manganelli risultano inefficaci – se utilizzati in modo tradizionale. Il coltello, infatti, è l’arma che eccelle nel combattimento che avviene nella Distanza a Contatto (Very Close Quarter Combat, potremmo dire!), in quanto è capace di provocare ferite anche più gravi di quelle causate dai proiettili dell’arma corta. Il Tiro Reattivo effettuato contro la minaccia armata di lama deve essere rapido (allo scopo di evitare che l’arma corta sia intercettata, deviata o sottratta) e indirizzato verso il Bersaglio Grosso (Center Mass), allo scopo di fermare l’aggressione. Colpi indirizzati altrove non riescono a fermare l’aggressore, il quale continuerà a colpire l’Operatore: è il caso di una Tecnica Difensiva tradizionale, che indirizza i colpi nel ventre dell’aggressore, con risultati non conclusivi.
A questo riguardo, il Tiro Dinamico Operativo® ha adottato e propone tre Tecniche Difensive, volte a centrare il Bersaglio Grosso dell’aggressore. Esse sono Tecniche di Tiro da una Posizione a Contatto™: la Mezza Mantide™, l’Ascellare™ e la Posizione di Tiro dalla Cintura™. Quando queste non possono essere utilizzate, a causa dell’estrema vicinanza con l’aggressore e per tema che l’arma sia deviata o sottratta, oppure perché sussiste il rischio che l’Operatore vada a colpire la propria mano o il proprio braccio (destinati a intercettare la mano dell’aggressore che impugna la lama), la soluzione ricade sul Tiro a Contatto, principalmente volto a evitare che l’arma corta sia afferrata, deviata o sottratta dalla mano dell’Operatore.
UTILITA’ DEL SAFE GRIP™
Il Safe Grip™è l’impugnatura ad una mano per l’arma corta – e soprattutto per la pistola semiautomatica – che è stata ideata nel Metodo Tiro Dinamico Operativo® ed è la base di tutte le Tecniche di Tiro del TDO, sia che esse siano effettuate con entrambe le mani, che con una sola mano. Detta impugnatura si rende necessaria per ovviare ad una nota e grave carenza nel maneggio di Sicurezza dell’arma: mantenere il dito indice parallelo alla canna, oppure all’interno del ponticello. Entrambe le abitudini – peraltro diffusissime, ovvero l’unico modo in cui il 99,99 % degli Operatori impugna l’arma corta – danno luogo a spari involontari. Molti credono che tenere il dito indice parallelo alla canna dell’arma sia la soluzione a questo problema. Altri – in realtà, pochissimi – preferiscono mantenere il dito indice all’esterno del ponticello, in posizione “arcuata”. La debolezza di queste posizioni del dito che ha la funzione di premere il grilletto, sta nel fatto che è possibile che tutte e tre siano strumentali in uno sparo involontario, anche se con diversi gradi di responsabilità. Il problema risiede nel fatto che l’Operatore sotto Stress stringerà le mani a pugno e il dito indice andrà a tirare il grilletto, indipendentemente dalla volontà dell’Operatore. E’ stato dimostrato in ricerche ed esperimenti pratici svolti negli Stati Uniti da Istruttori del Tactical Training, che anche coloro i quali tenevano il dito all’esterno del ponticello, esplodevano involontariamente dei colpi, quando erano sottoposti a repentine perdite di equilibrio, spaventi architettati e boati improvvisi. Il tradizionale metodo di posizionare il dito indice parallelo alla canna e fuori del ponticello è risultato non essere a prova di stress! Il Safe Grip™, invece, funziona egregiamente in questo riguardo, in quanto il dito indice così posto non può essere portato sul grilletto se la mano si stringe a pugno durante un movimento “automatico” e non inteso, perché il grilletto è al di fuori della sua portata. L’altro fenomeno, affine al precedente, è da ricercarsi nella sorprendente psicologia umana ed è conosciuto con il nome di Trigger Search (ricerca del grilletto): un gran numero di Operatori in stato di stress, porranno il dito indice sul grilletto, quasi per vedere se il grilletto è ancora lì, con l’apparente scopo di trovare conforto e protezione in questo gesto. Può sembrare strano, ma ciò succede realmente!
Oltre che costituire un prezioso strumento per la Sicurezza dell’Operatore e di quanti sono a portata dei proiettili che lasciano la volata della sua arma, il Safe Grip™ è di vitale importanza in tutte le Tecniche di Tiro del TDO, in quanto esso pone l’arma al centro del corpo dell’Operatore, permettendo a questi di centrare il bersaglio con maggiore precisione, anche nel Tiro Puntato. Un risultato, quest’ultimo, ineguagliato da qualsiasi altro Metodo di Tiro (Operativo, Difensivo o anche Sportivo).
Il Safe Grip™ è inoltre strumentale nel Tiro con la pistola semiautomatica effettuato dall’Operatore dotato di Scudo Tattico, permettendo a questi di porre tacca di mira e mirino davanti al proprio occhio dominante e in linea con il Bersaglio Armato, mentre l’impugnatura tradizionale non può consentire la suddetta azione, a causa dell’allineamento canna-avambraccio.
LE “MEZZE” POSIZIONI DI TIRO
Abbiamo già illustrato la Tecnica dello Slancio, che in realtà non è una Posizione di Tiro vera e propria, bensì nacque come un ausilio alla Pronta Reazione. Essa consiste nel porsi “di getto” in una posizione adeguata ad offrire all’Operatore una base di tiro sufficientemente stabile. Lo Slancio nacque insieme con le Posizioni Laterali e ne rispecchia il carattere dinamicamente ed ergonomicamente aggressivo. In seguito, lo Slancio divenne trasversale o anche frontale rispetto al Bersaglio Armato, stabilendo un Point Index con il braccio della mano che impugna l’arma nel Safe Grip™, per essere poi dismesso dalle Tecniche del Tiro Dinamico Operativo®.
Per sopperire all’esigenza dell’avere Posizioni di Tiro efficaci quando si utilizza a fuoco la pistola con una sola mano, la Mantide™ e il Pentagono™ furono “dimezzate”, ossia trasformate in Posizioni di Tiro a una mano, affinché l’Operatore potesse mantenere i vantaggi della Posizione originale, pur utilizzando una sola mano, da tenere in posizione centrale rispetto al corpo. La Ricerca con torcia e pistola vede l’utilizzo di una Posizione a Contatto™ e della Mezza Mantide™ nel Tiro Puntato o Puntato-Mirato™, oppure, mentre il Mezzo Pentagono™ è usato efficacemente in abbinamento con lo Scudo Tattico.
CONCLUSIONE
Il presente articolo completa l’argomento “Posizioni di Tiro”. Un argomento che deve essere visto in luce della fattibilità e dell’utilità delle medesime. Attualmente, le scelte dettate dalla convenienza di parte e dall’emotività e il rifiuto di valutare oggettivamente ciascuna Tecnica, possono prevalere sulla realtà, a detrimento dell’utilizzatore finale.
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