LA POSIZIONE “CQRG”
LE POSIZIONI A CONTATTO
LA POSIZIONE “CQRG”
di Tony Zanti
Le Posizioni a Contatto sono proprie del Tiro Dinamico Operativo® e seguono linee guida di un percorso didattico-operativo che è iniziato oltre venti anni or sono e che ancor oggi va consolidandosi, mediante un procedimento di “Trial and Error”, che è alla base del “Problem Solving”. Detto procedimento fa parte del processo cognitivo e può essere applicato in qualunque campo. Nel nostro caso è utilizzato per mettere alla prova ciascuna Tecnica Operativa utilizzata nel contesto del “Tactical Training” e testarne le qualità e i riscontri positivi che possono avere nel mondo reale. Data la particolare prospettiva in cui il Metodo Tiro Dinamico Operativo® si è sviluppato, cioè la ricerca di un risultato ottimale nel contesto tattico-operativo attraverso i dettami imposti dall’Ergonomia e dall’adattamento al “Combat Stress”, ciò che ha da sempre avvalorato il “Problem Solving” in questo campo è stato il confronto tra le Tecniche del Tiro Dinamico Operativo® e quelle tradizionali o comunemente usate.
Il risultato finale si ottiene dopo aver provato e riprovato la Tecnica, soprattutto utilizzando Operatori diversi tra loro per caratteristiche fisiche ed esperienza, in modo da soppesarne vantaggi e debolezze in un contesto di oggettività. Il concetto del “provare e riprovare, per poi imparare dagli – inevitabili – errori” è servito!
Prima di procedere ulteriormente é bene specificare che cosa sono le “Posizioni a Contatto” e perché esse si rendono necessarie nel bagaglio dell’Operatore impegnato nel Confronto Armato. Innanzitutto diciamo che dette posizioni si utilizzano quando l’arma corta è stata estratta dalla fondina. Puntualizziamo che la credenza secondo la quale l’arma estratta dalla fondina deve essere necessariamente utilizzata a fuoco, è pura fantascienza! L’arma può essere estratta per vari motivi e non soltanto per fare fuoco su una minaccia improvvisa: in tal caso l’arma deve essere tutelata allo stesso modo che in fondina, per evitarne la perdita, la sottrazione o lo sparo involontario. Le Posizioni a Contatto servono appunto a questo proposito. Ciò significa che l’arma corta è portata a stretto contatto o quasi-contatto con il corpo dell’Operatore, nel rispetto dei termini dell’Ergonomia e della Sicurezza. Le Posizioni a Contatto del Tiro Dinamico Operativo® costituiscono Posizioni di Pronto (ponendosi quali valide alternative alle “High Ready” e “Low Ready” tradizionali), Posizioni di Ritenzione (che sono virtualmente inesistenti nella Dottrina Tattica tradizionale) e Posizioni di Tiro, ove la vicinanza dell’arma al corpo permette un migliore utilizzo del “Body Index” (Indice Corporeo) e una migliore possibilità di evitare l’espropriazione dell’arma durante il CQC (“Close Quarter Combat”).
LA POSIZIONE “CQRG”
Una Posizione a Contatto del Tiro Dinamico Operativo® che raggruppa in sé una Posizione di Pronto e una Posizione di Ritenzione, con la possibilità di trasformarsi istantaneamente in una Posizione di Tiro, è la CQRG (Close Quarter Retention Grip™). La CQRG brilla nelle situazioni in cui l’Operatore è attorniato da individui potenzialmente ostili, la cui presenza non richiede – al momento – l’uso della forza, che potrebbe anche ascendere al livello letale.
La CQRG fu ideata già diversi anni or sono e diffusa in Italia e anche all’estero. Fu ritenuta una Tecnica valida dalla maggior parte degli Operatori che l’avevano provata, anche se alcuni la giudicarono un’idea stravagante, poiché costoro non credevano che esistesse la necessità di salvaguardare l’arma in tale guisa. Questa necessità, invece, esiste in moltissime occasioni, che spesso sono sottovalutate dagli Operatori nostrani e che i pregiudizi delle persone non addette ai lavori (pregiudizi che purtroppo appartengono anche ad una folta schiera di Operatori e di coloro i quali ne amministrano e regolamentano l’operato) relegano ad un pericoloso utilizzo dell’arma da fuoco.
Per di più, la Legge italiana è vaga nel merito e vi sono molte “leggende urbane” che circolano nel campo degli addetti ai lavori, facili ad attecchire, ma dure da sfatare. Quando ha l’Operatore il diritto-dovere di estrarre l’arma? Senza entrare nel merito delle Istruzioni Operative fornite da Amministrazioni pubbliche o private, che illustrano (o tralasciano di illustrare) quali sono le circostanze in cui l’Operatore può e/o deve estrarre l’arma da fianco, ci limiteremo a considerare gli aspetti operativi di tale azione. Soprattutto, tenteremo di chiarire l’utilizzo corretto delle Tecniche in relazione ai fattori più appropriati e discriminanti: la Sicurezza e l’Ergonomia.
Questa Tecnica non vuole essere “un consiglio per l’adozione”, specialmente in virtù del fatto che la Giurisprudenza italiana è piuttosto severa nei confronti dell’Operatore (il quale dovrebbe prudentemente badare a non prendere iniziative che potrebbero essere ritenute “singolari”), ma deve essere piuttosto vista come risolutrice ed alternativa alle debolezze delle altre Tecniche qui discusse, che pur sono adottate da Operatori esteri.
Il concetto principale cui si riferisce la Posizione CQRG è la Sicurezza nel porto dell’arma corta fuori della fondina, pur dovendo l’arma presentare quelle caratteristiche di immediatezza al fuoco, che si rendono necessarie quando l’Operatore è costretto a difendersi, oppure a proteggere la vita di terzi. L’Operatore il quale non portasse la pistola in una condizione ottimale di Porto Operativo, infatti, non potrebbe reagire a fuoco in una situazione grave: in questo contesto, alcune disposizioni di carattere amministrativo odiernamente vigenti sul nostro territorio nazionale, limitano fortemente la capacità di reazione dell’Operatore.
MODALITA’ DELLA POSIZIONE “CQRG”
Esploriamo brevemente la composizione della CQRG, esponendone l’esecuzione e, in seguito, tracciandone il profilo utilitaristico nel contesto tattico e operativo. L’Operatore dovrà compiere i sotto elencati gesti e movimenti, con riferimento costante a tre importanti prospettive: la Sicurezza di Maneggio, la Ritenzione dell’arma e la possibilità di utilizzare l’arma a fuoco da questa Posizione. Vediamo:
- L’arma corta è impugnata con la mano forte nel Safe Grip™ (con il dito indice posto trasversalmente rispetto all’asse della canna e non lungo il ponticello, e con il pollice posto a contatto – o quasi a contatto – con il dito medio della stessa mano), che assicura l’ottima tenuta dell’arma, sia ad una mano, sia a due mani, senza la necessità che l’impugnatura primaria debba essere cambiata (ci occuperemo in seguito di questo tipo di impugnatura).
- La mano di supporto va a coprire il ponticello con il dito indice – per evitare che il grilletto dell’arma subisca un contatto indesiderato – e il resto dell’arma (canna e carrello) con medio, anulare e mignolo. Si noti che un’arma corta con una lunghezza di canna/carrello inferiore, che non consenta che la mano debole la avvolga in Sicurezza (nessun dito deve venire a contatto con il vivo di volata), deve essere stretta con indice e medio intorno al ponticello e anulare e mignolo intorno a canna/carrello. Questo accorgimento è essenziale alla Sicurezza dell’Operatore, ma è deleterio ai fini di una presa sicura sull’arma (in ultima analisi, l’arma sub-compatta non è adatta all’utilizzo operativo!).
- I pollici delle due mani si toccano, mentre l’arma è stretta contro l’addome dell’Operatore. Il contatto tra i pollici faciliterà l’impugnatura dell’arma a due mani, attraverso una semplice rotazione con cui la mano debole verrà a trovarsi in posizione di supporto alla mano forte nell’impugnare l’arma, qualora l’Operatore debba spianarla contro un eventuale, immediato pericolo (questa rotazione prevede – naturalmente – che le dita passino all’esterno del vivo di volata).
- I palmi e i pollici sono tenuti a contatto con l’addome, mentre i gomiti sono all’esterno del corpo. Nel caso in cui l’Operatore sia costretto ad usare i gomiti per divincolarsi da una presa, spingere a lato un individuo oppure appoggiarsi contro una superficie sita lateralmente, le mani abbandoneranno il contatto con il corpo, al fine di meglio attuare questi movimenti.
- La stretta sicura effettuata dalla mano debole impedisce che l’Operatore possa essere disarmato mediante leve alle articolazioni, oppure sull’arma stessa, ma il rilascio immediato della stretta permette l’immediato utilizzo dell’arma con una mano, qualora ciò fosse necessario.
Questa è la Posizione a Contatto CQRG. Essa è stata provata e riprovata, sottoposta innumerevoli volte a quel procedimento di “Trial and Error” (o, se volete, “provare e riprovare, per poi imparare dagli – inevitabili – errori”) che ne ha stabilito l’efficacia in campo tattico-operativo. Efficacia che risulta lampante, quando questa Tecnica è messa al confronto con la “Position Sul”, una presa sull’arma ampiamente propagandata – anche in Italia – da alcuni Istruttori di Tiro statunitensi, ma scarsamente utilizzata in ambiti professionali e operativi.
“POSITION SUL”
Che cos’è? Questa Posizione prende il nome dal sostantivo “Sul”, che in lingua portoghese significa Sud. Due Istruttori di Tecniche Operative provenienti dagli Stati Uniti (nominalmente: Max Joseph e Alan Brosnan) ne furono gli ideatori. Più che una Tecnica vera e propria, la Position Sul si deve considerare un espediente. Infatti, Joseph e Brosnan avevano il compito di coordinare i movimenti di agenti di polizia brasiliani durante i controlli e le relative irruzioni nelle Favelas, ossia le estese baraccopoli che si trovano alla periferia delle principali città brasiliane. I due Americani dovettero fare i conti con il disinvolto sventolare di volate d’arma corta in cui i suddetti poliziotti si esibivano e non trovarono idea migliore che dirigerli a puntare la volata della pistola verso il basso (ossia verso un figurativo “Sud”). La mano debole, poggiata sullo stomaco, sarebbe servita da supporto alla mano che impugnava l’arma. Problema Sicurezza risolto! OK, l’espediente aveva funzionato. Fin qui ci siamo. Il problema sta nel fatto che alcuni ne avevano fatto una Tecnica Operativa. La verità è che di operativo questa Posizione ha veramente poco!
Divenuta il cavallo di battaglia di alcuni Trainers americani – prontamente riverberati da una clientela di cacciatori di diplomini – la Sul si è diffusa anche da noi, anche con il nome figurativo di “Rombo”, dato dalla giunzione dei pollici. Quello che invece molti non sanno è che questa posizione fu subito scartata da molti Istruttori di Tactical Training a stelle e strisce – tra i quali è da notare il notevole Massad Ayoob, nome peraltro conosciuto anche agli appassionati di Tecniche Operative italiani – nonché dalla maggior parte delle Organizzazioni militari e di Polizia.
CONSIDERAZIONI TATTICHE
Sconosciuto alla maggior parte di coloro che la applicano, questo tipo di posizione era già stata adottata dalle SAS britanniche oltre trenta anni fa – molto prima dell’esperienza brasiliana occorsa a Joseph e Brosnan – e successivamente abbandonata perché ritenuta inadeguata al combattimento. Odiernamente, invece, molti propagandano e difendono la Position Sul incondizionatamente, senza in realtà capirne o percepirne le gravi limitazioni, seguendo una consuetudine di “sudditanza tattica”. Generalmente, gli Operatori della Sicurezza pubblica e privata italiani accettano di buon grado tutte le novità che provengono d’oltralpe e – soprattutto – d’oltreoceano. In linea di massima ciò si rivela un’ottima idea: il pragmatismo degli Americani, per cui peraltro essi sono famosi, li porta ad adottare (e a far adottare nel resto del mondo) moltissime Tecniche e Tattiche Operative, che sono il frutto innegabile di esperienze operative incredibilmente vaste e continuate nel tempo. E’ sempre così? A volte, no! Devo dire questo a onor del vero, senz’altro non per sminuire quelle Organizzazioni militari e di Polizia statunitensi (ad alcune delle quali ho avuto il privilegio di appartenere) che persistono in queste flebili Tattiche, ma semplicemente per indirizzare gli Operatori che potrebbero essere costretti dalla necessità ad utilizzare le medesime, verso un ragionamento che li porti a sviluppare un senso critico nei confronti di tutto ciò che è connesso con le Tecniche Operative.
Il suddetto ragionamento ci porterà a valutare l’appropriatezza di una qualsiasi Tecnica o Tattica proposta a chi poi deve servirsene per difendersi o proteggere l’altrui persona. La discriminante fondamentale è il Principio Ergonomico, su cui il Metodo Tiro Dinamico Operativo® si basa, che stabilisce linee di massima per l’utilizzo ottimale degli Strumenti (le armi da fuoco, per esempio), che sono posti in relazione all’utilizzatore (l’Operatore) e all’ambiente (riguarda soprattutto la tipologia del terreno e di tutto ciò che vi è posto sopra e intorno, persone incluse). Il Tiro Dinamico Operativo® stabilisce che il rapporto tra Operatore, strumenti utilizzati e ambiente deve rappresentare un trinomio da cui non si può prescindere, pena l’esecuzione approssimativa o controproducente delle Tattiche. Ciò risulta essere vero nella totalità dei casi in cui una qualsiasi Tecnica o Tattica deve essere sottoposta alla “prova del nove”.
Fase iniziale di una sequenza di
movimenti atti a mostrare l’utilizzo della Sul, durante un Corso IALEFI. Il
primo Operatore non mantiene la volata dell’arma entro la Zona di Sicurezza,
come specifica la Sul. La realtà è che l’Operatore dirige la volata dell’arma
in base ai parametri della Propriopercezione, che si sfaldano quando la
Posizione passa dallo stato di staticità a quello di movimento, in quanto la
Sul non utilizza un Body Index (Indice Corporeo), come invece avviene nelle
Posizioni a Contatto del Tiro Dinamico Operativo®. Il secondo Operatore, poi,
sebbene sia in posizione trasversale rispetto al primo Operatore, essendo
destro, probabilmente punta la volata dell’arma contro il corpo del primo
Operatore (l’altra opzione consiste nel puntarsela contro il proprio corpo!).
Come volevasi dimostrare! L’azione
dinamica intrapresa dai 2 Operatori ha totalmente scomposto la Position Sul! La
direzione verso la quale sono rivolte le volate non è più sicura (in realtà,
non lo era mai stata!). L’Operatore a sinistra alza la volata ad altezza
d’uomo, pur non puntandola verso il Bersaglio inteso, mentre anche l’altro
Operatore perde la padronanza della volata, indirizzandola a sua volta verso
altri Bersagli non intesi.
CRITICA DELLA “POSITION SUL”
La “Tecnica” in questione è stata soprannominata “Sul” (Sud), con riferimento alla posizione in cui è impugnata l’arma corta (la direzione verso la quale è puntata è il basso, che immaginiamo essere a Sud dell’Operatore). Perché Sud? Il puntare l’arma (corta o lunga che essa sia) verso il basso, è un utilizzo tattico consacrato dall’abitudine, ma non per questo sempre sicuro. Il pavimento, infatti, in percentuali altissime rappresenta la superficie più dura dell’ambiente in cui l’Operatore interagisce. Rimbalzando sul pavimento e in relazione all’angolo di incidenza, infatti, un colpo accidentalmente esploso potrebbe più facilmente colpire altri Operatori, oppure Bersagli non intesi. Questa considerazione è da tenere sempre presente, dato il particolare stato d’animo in cui l’Operatore si viene a trovare, a causa della presenza copiosa in circolo dell’Adrenalina: i tremiti e la deconcentrazione che essa provoca, potrebbero altresì provocare la partenza involontaria di un colpo. Nessuno (come la storia delle Operazioni Tattiche ha ampiamente dimostrato) è immune da questo rischio. Un rischio da non correre, che soltanto una Tecnica efficace e vantaggiosa può mitigare! Inoltre, il puntare l’arma verso i propri piedi non promette nulla di buono: la prospettiva del danno fisico che ne potrebbe derivare dovrebbe indurre l’Operatore a diffidare immediatamente di questa Tecnica.
La Posizione “Sud” è anche proposta come strumento di ritenzione dell’arma, e anche questa idea non è per niente salubre per l’Operatore. Infatti, l’arma è scoperta e difesa semplicemente dalla presa della mano che regge l’arma, in quanto la mano debole è appiattita contro lo stomaco e non potrebbe essere utilizzata efficacemente per controbattere una veloce manovra di disarmo. Altra grossa falla nello scafo di questa Posizione.
Un altro fatto importantissimo è relativo all’utilizzo della mano debole, che nel contesto del CQC (Close Quarter Combat) deve necessariamente essere impiegata dall’Operatore per equilibrare il proprio corpo, scostare individui dalla propria persona, aprire e chiudere porte, ecc. Naturalmente, nel caso in cui l’Operatore adottasse la Posizione “Sud”, egli non potrebbe compiere neanche una delle suddette azioni, necessarie al normale andamento operativo.
Una posizione che imita la CQRG, chiamata Sentry Position (Posizione della Sentinella), ma che non ne ha la medesima efficacia. Infatti, i pollici sono distesi lungo il carrello e non avvolti intorno all’arma: in questo modo la Ritenzione dell’arma sarà meno che ottimale! Inoltre, il dito indice della mano che regge l’arma è parallelo alla canna e non poggia sul carrello: potrebbe essere spinto sul grilletto dalla stretta adrenalinica della mano di supporto. Infine, il porre due dita intorno al ponticello serve soltanto a indebolire la presa sull’arma: basterebbe soltanto il posizionamento sicuro dell’indice (come nella CQRG), mentre due sole dita intorno a canna e carrello rendono la presa instabile.
Anche questa posizione, detta Side Guard (Guardia Laterale) è meno che soddisfacente sotto il profilo ergonomico: il risultato è nuovamente un basso livello di Ritenzione dell’arma, soprattutto a causa dei pollici uniti, che imitano la presa della Position Sul. Anche qui il dito indice della mano che regge l’arma è parallelo alla canna e non poggia sul carrello, come nel Safe Grip che caratterizza la CQRG. Questa posizione vorrebbe essere una via di mezzo tra la Position Sul e la Posizione CQRG, ma il risultato é che la presa è indebolita dall’intenzionalità di formare il “Rombo”, proprio come accade nella Sul!
CONCLUSIONE
Abbiamo illustrato sia la Posizione CQRG, sia la Position Sul. Le differenze fondamentali tra l’una e l’altra sono innegabili e hanno a che vedere con la Sicurezza, la Ritenzione e la Pronta Reazione. Vantaggi e svantaggi sono stati chiaramente esposti e discussi. Sono benvenute le opinioni discordanti che i lettori possono avere nel riguardo di questo articolo, purché dette valutazioni siano espresse in un contesto logico e non emotivo (c’è chi ha speso tempo e – soprattutto – denaro per imparare la Position Sul e simili Tecniche di validità marginale). Il miglior consiglio che si possa dare a chi si trova di fronte ad una Tecnica – nuova o conosciuta che essa sia – è quello di valutarla attentamente, analizzandone tutti gli aspetti nel contesto della Reattività, l’Ergonomia, l’Equilibrio, la Mobilità e la Sicurezza. E’ il concetto del REMS, adottato nel Tiro Dinamico Operativo® per valutare qualsiasi Tecnica: oggettivamente e spassionatamente. Questo esame riesce a stabilire la validità di una Tecnica testata, ma non è a prova di emotività e richiede un giudizio assolutamente imparziale. Inutile dire che questo non è da tutti!
Nel prossimo articolo vedremo altre Posizioni a Contatto, analizzando e palesando le loro caratteristiche e finalità.