IMPUGNARE L’ARMA LE IMPUGNATURE TRADIZIONALI

di Tony Zanti

“L’addestramento al Tiro Operativo che non tiene in alcun conto l’insorgere di uno stato psicofisico alterato nell’Operatore impegnato nel confronto armato, non ha alcun valore pragmatico”.

Le diverse armi bianche (da taglio, punta e impatto), in gran parte possono essere impugnate a una o due mani, sia con il bordo ulnare della mano rivolto verso la base del manico (oppure il pomello dell’elsa in un pugnale o una spada), sia verso il corpo letale dell’arma (oppure la guardia del pugnale o della spada). Chi impugna l’arma corta non ha scelta, in quanto la forma dell’arma corta è stata ideata – fin dall’invenzione delle prime rudimentali pistole – in base alla conformazione della mano dell’uomo ed aveva lo scopo di aiutare il tiratore ad assicurarsi una presa sicura sull’arma per poi poterla volgere sul bersaglio. Realmente, le prime pistole non possono dirsi ergonomiche per quanto riguarda la presa, essendo l’impugnatura basicamente ideata per sparare a una mano e con il braccio completamente disteso, mentre la guancia andava ad incontrare la parte frontale interna del deltoide (non si capisce se era la testa a muoversi contro l’omero, oppure quest’ultimo ad alzarsi verso la testa).


La “forma a banana” dell’impugnatura delle prime pistole era assolutamente antiergonomica e favoriva il tiro ad una mano e le posizioni laterali. Questa modalità di tiro, ampiamente documentata, è rimasta in voga per secoli.

Una posizione più vicina al duello e al tiro a segno che non al combattimento! Inoltre, non sappiamo se il suddetto pasticcio antiergonomico era nato in conseguenza alla credenza che l’impugnatura della pistola avrebbe dovuto in qualche modo somigliare all’elsa della spada, data la similitudine che la stoccata eseguita con la spada poteva avere con il tiro effettuato con la pistola. Oppure se, come accade in simili circostanze anche ai giorni nostri, le prime pistole siano state commissionate da qualche potente, su specifiche e direttive da lui stesso imposte (generalmente, chi è in una simile posizione di potere, manca dell’esperienza necessaria ad individuare i pregi e difetti di ciò che richiede, specialmente quando saranno altri ad utilizzare i risultanti strumenti). In seguito all’una o l’altra ipotesi, ad ogni modo, le pistole hanno continuato ad essere fabbricate in tal guisa (con le dovute eccezioni, naturalmente) per secoli. L’unica presa possibile su tale impugnatura era la presa a una mano: dipinti e raffigurazioni di fatti e personaggi storici i quali fanno fuoco con l’arma corta lo dimostrano.


L’impugnatura ad una mano e la posizione di tiro laterale è tuttora utilizzata nel Tiro Accademico.

E’ difficile immaginare che nessuno abbia mai pensato a far fuoco con l’ausilio dell’altra mano: certamente potrebbe essere avvenuto da qualche parte, in qualche tempo. Le impugnature delle pistole andavano sempre più prendendo la classica forma a gomito, che culminò nei caratteristici revolver della Grande Frontiera americana. Ci si rende conto che questa tipologia di pistola a rotazione non era il massimo dell’ergonomia, ma pur costituiva un netto miglioramento sui precedenti modelli mono-colpo. Il gran merito di questi primi revolver, comunque, consiste nel fatto che la forma ovoidale e angolata del calcio costituiva un appiglio decisivo per la mano che doveva compiere l’estrazione. Il fattore di importanza vitale per i gentiluomini dell’epoca era il tirar fuori l’arma dalla fondina nel più breve tempo possibile: il resto l’avrebbe fatto la fortuna (anche alle corte distanze c’era bisogno di fortuna per colpire l’avversario e vincere l’incontro) e la perizia derivante dall’aver sparato qualche colpo in più della media. Si crede, infatti, che gli uomini d’arme del Far West fossero tutti gran tiratori, ma la verità è che, tranne un buon numero di pistoleros veraci, la maggior parte dei tizi che portavano la Colt al fianco non sapevano utilizzarla che in modo molto modesto. I duelli non erano così numerosi come vorrebbero farci credere il piccolo e il grande schermo, ma abbondavano gli agguati e gli assassini a sangue freddo. Il calcio del revolver, quindi, aiutava tantissimo nell’estrazione, ma non era certamente d’ausilio nel tiro: la struttura particolare dell’arma poneva cane e grilletto in posizioni poco felici tra loro e il peso dell’arma era spostato in alto e in avanti. L’utilizzatore impugnava l’arma, adattandosi alla sua particolare ergonomia: ne risultava una forzatura della posizione della mano sul calcio e della posizione del corpo durante il tiro. Sarebbe passato del tempo, prima che fosse risultato vero il contrario, cioè che l’arma doveva essere adattata alla conformazione del corpo umano e non viceversa. Anche se fino a tutt’oggi vi sono esempi di cattiva ergonomia in alcune armi da fuoco, che sono tuttavia accettati dalla quasi totalità degli utilizzatori come dati di fatto che sarebbe impensabile modificare o sostituire.

Invece, la ricerca per armi sempre più ergonomiche va avanti, anche se l’arma ergonomica per eccellenza non è stata ancora realizzata. Vi sono due ragioni fondamentali che spiegano il succitato fatto. La prima è che la presenza e la disposizione delle parti dell’arma necessarie per il Tiro precludono che un’arma si possa adattare perfettamente al corpo umano e alle sue necessità morfologiche e dinamiche. L’altra è che il corpo umano assume forme, pesi e misure diverse e, quindi, l’adattabilità ad un’arma è relativa alla propria conformazione fisica, nonché alle preferenze individuali: in questo campo non possono esservi né forzature, né assolutismi. Possiamo comunque affermare che le armi corte moderne contribuiscono in maniera eccellente a ottenere una buona presa sull’arma, con le succitate limitazioni. L’impugnatura dell’arma corta deve servire a prendere e tenere saldamente l’arma, durante le manipolazioni di sicurezza e fino al Tiro sul bersaglio. Passiamo a descrivere le varie prese effettuate dall’utilizzatore di arma corta sul calcio della medesima. La maggior parte dei termini proviene dalla cultura operativa americana, ma esse sono utilizzate sia nel Tiro Sportivo, sia nel Tiro comunemente definito ‘Operativo’.

L’IMPUGNATURA ACCADEMICA

Data la conformazione delle prime pistole e, soprattutto, la forma del calcio, il modo più naturale e “istintivo” di prendere la pistola portava ad assumere una posizione di Tiro laterale. La pistola era impugnata ad una mano e il corpo si disponeva di profilo rispetto al bersaglio: una Posizione di Tiro avvalorata nei duelli dalla consuetudine di porsi lateralmente rispetto all’antagonista. Ancora oggi permane la convinzione che è saggio porsi in posizione laterale rispetto al Bersaglio Armato, anche se sono cambiati i tempi, le armi, le munizioni, ossia l’intero contesto tattico. Sia nel Tiro Accademico (quello praticato nei Poligoni di Tiro a Segno), sia nel Tiro Dinamico Sportivo, l’impugnatura sull’arma corta rimane la medesima, praticamente invariata nel tempo.


Nel Tiro Accademico e Sportivo, è diffusa la convinzione che la canna dell’arma deve essere allineata con l’avambraccio, perché il Tiro risulti preciso. Mentre ciò è vero nel contesto delle posizioni laterali, la succitata pratica pone l’Operatore in svantaggio quando il Tiro diventa Reattivo.

Per praticare questo tipo di presa, si brandisce l’arma corta con la mano di supporto per la parte anteriore e si allinea il braccio forte con l’asse longitudinale della canna, accostando la mano al calcio dell’arma fino a che la piega del dorso del calcio viene a contatto con il palmo della mano forte, nello spazio tra il pollice e l’indice. L’indice è portato in posizione parallela alla canna, fuori del ponticello e medio, anulare e mignolo si chiudono “a ragno” sulla parte anteriore del calcio, mentre il pollice riposa sulla superficie sinistra dell’arma. Ciò costituisce l’epilogo di una mera Posizione di Tiro laterale. La Posizione di Tiro Accademico vuole che, a quel punto, la mano che regge l’arma sia spinta sul bersaglio con il braccio teso e la mano di supporto poggi sulla cintura o nella tasca del tiratore.

THUMBS FORWARD

Le diverse discipline del Tiro Dinamico Sportivo, invece, compiono il Tiro con la presa di entrambe le mani sull’arma corta, con la mano di supporto che va a porsi in posizione leggermente avanzata rispetto alla mano che regge l’arma (che ritiene la presa originale descritta in precedenza). Ne deriva una presa stabile, ideata appositamente per il Tiro sostenuto di precisione. Detta presa crea due punti d’appoggio sull’arma ed è una presa consistente. Per impugnare il revolver in questa modalità, erano stati creati appositi sostegni, integrali all’arma, data la presenza del tamburo che impedisce al pollice della mano di supporto di poggiare sulla struttura sinistra del revolver tradizionale. Al presente, detti supporti sono anche applicati ad alcune pistole semiautomatiche dedicate al Tiro Dinamico Sportivo, dato che essi facilitano significativamente la stabilità della presa e, quindi, del tiro. Questa presa è meramente sportiva, ma è stata adottata anche nel Tiro Operativo e continua ad essere usata in detto contesto. “Thumbs Forward” significa letteralmente: “Pollici in avanti”, ma è anche tradotto come: “Pollici in linea”.


Un Operatore militare utilizza l’impugnatura dei “Pollici in linea”, che lo costringe ad assumere una posizione di tiro Weaver modificata, che di per sé è innaturale e non corrisponde alle esigenze del BAR (Body Alarm Reaction).

Un altro inconveniente dell’impugnatura “Pollici in linea”: il pollice della mano di supporto può andare a premere involontariamente sulla leva dell’”Hold Open”, così causando l’apertura dell’azione della pistola e il conseguente arresto del tiro. Inoltre, i tiratori mancini hanno lamentato l’occasionale inceppamento dell’arma, dovuto al posizionamento dei pollici nei pressi della finestra di espulsione.

THUMBS CROSSED

“Pollici incrociati” è la traduzione per questa presa a due mani che vede i pollici l’uno sull’altro, uniti a croce. Non è una presa ben individuabile, poiché i pollici possono incrociarsi in modi diversi (il pollice della mano di supporto sopra il pollice della mano che regge l’arma e viceversa), uno dei pollici può essere diritto in aria, mentre l’altro lo interseca o l’avvolge e, infine, l’incrociarsi dei pollici dà maggiormente l’idea di un accostamento che di una croce vera e propria. Alcuni leggermente diversi tipi di presa, che non hanno un nome dedicato,  rientrano in questa categoria dei pollici incrociati, alla quale appartengono anche le prese del Tiro Dinamico Operativo®, “Safe Hold™” e “Thumbs Behind™”, che vedremo prossimamente.


Questa impugnatura “Pollici incrociati” tradisce una posizione di tiro Weaver o Weaver modificata, dato il posizionamento avanzato del palmo della mano di supporto, rispetto al palmo della mano che regge l’arma. Se i palmi combaciassero specularmente, il tiratore sicuramente sarebbe nella posizione di tiro Isoscele.

CUP AND SAUCER

Letteralmente: “Tazza e Piattino”, questa presa a due mani ha origini militari e lascia molto a desiderare nel contesto del Tiro Reattivo. Non ha pregi di sorta e non è direttamente abbinabile a particolari Posizioni di Tiro. La “Tazza” (la mano che regge l’arma corta) e il “Piattino” (la mano di sostegno, stretta a coppa al di sotto della mano che regge l’arma) perdono contatto con ogni colpo sparato, né la mano di sostegno riesce a supportare sufficientemente la stabilità dell’arma, durante il tiro rapido. Da evitare!


La presa “Tazza e Piattino” è una tra le più insicure e meno raccomandabili, anche se a lungo insegnata in ambito militare: si scomporrà alla prima azione dinamica (compreso l’effetto del rinculo dell’arma su entrambe le mani). Può dar luogo ad una posizione di tiro ibrida, a metà tra Weaver modificata e Isoscele.

TRIGGER GUARD GRIP

E’ il metodo che si avvale della superficie anteriore del ponticello della pistola (Trigger Guard) per ottenere stabilità nella presa a due mani, ossia la “Presa sul Ponticello”. Il dito indice della mano di supporto è tenuto a contatto con la parte anteriore del ponticello, mentre i pollici possono essere in linea, incrociati o accostati. In pratica, il posizionamento dell’indice della mano di supporto sul ponticello non dà origine ad un tipo di presa particolare. Non è una presa estremamente stabile, pur utilizzando due punti d’appoggio, né è versatile nel rispetto delle azioni dinamiche riscontrate nelle Tattiche Operative. Resta da dire che qualunque presa che preveda la posizione avanzata della mano di supporto, mette quest’ultima a rischio di essere colpita da un colpo involontario, durante un’azione particolarmente movimentata o violenta. Incredibilmente, le aziende produttrici di armi negli anni ’70 iniziarono a dotare le loro pistole di ponticelli curvi e zigrinati, in virtù della diffusione in ambienti operativi di questa tecnica, che tuttora permane, anche se in chiave minore.

CLAW GRIP

E’ la “Presa ad Artiglio”, che si manifesta con la mano di supporto che avvolge in una salda presa la mano che regge l’arma, allo scopo di ridurre rinculo e rilevamento. L’intenzione dietro l’ideazione di questa presa consisteva nel bloccare il movimento verticale della mano forte: fatto che non può avvenire, poiché il relativo movimento verticale del polso (che è il perno della mano e responsabile dei movimenti di quest’ultima, non può essere bloccato in questo modo). Questa presa si rivela (quasi) utile quando si utilizza a fuoco un’arma corta dalle piccole dimensioni, troppo piccola perché si possa impugnarla in una presa a due mani. Ma, anche in questo caso, è una questione di preferenze e non una necessità ineluttabile.

FOREARM GRIP

La “Presa all’Avambraccio” parte dagli stessi presupposti che hanno varato la presa precedente. Anche qui, è impossibile sperare di mitigare rinculo e rilevamento con una presa a monte del polso. E’ usata raramente e riveste carattere prettamente dilettantistico.


La “Presa all’avambraccio” offre un labile supporto alla mano interessata dal rinculo dell’arma, in quanto il polso di quest’ultima è privo di sostegno. Alcuni, comunque, la giudicano migliore che nessun supporto, inferendo che la presa offerta dalla mano di supporto impedisce che la mano che regge l’arma si alzi eccessivamente durante il rinculo: ciò è vero, ma detta costrizione sortisce l’effetto indesiderabile di ampliare l’arco di rilevamento dell’arma, a causa dell’aumentata escursione del polso.

CONCLUSIONE

Questa carrellata di prese ad una e due mani ha considerato le varie modalità con cui l’arma corta può essere tenuta e (più o meno) saldamente mantenuta durante il Tiro. A volte l’utilizzo preferenziale di una presa è dovuto al retaggio addestrativo, a volte esso scaturisce da convinzioni personali. Qualunque ne sia la ragione, sarebbe opportuno analizzare questo soggetto, come tutti gli altri elementi che compongono il bagaglio operativo, sotto un prospetto di sincero realismo. Sopravvivrà quella Tecnica prediletta e irrinunciabile al duro impatto con la realtà?

Nel prossimo articolo esamineremo le impugnature adottate nel Tiro Dinamico Operativo®, che si rendono necessarie al fine di mitigare gli inconvenienti derivanti dal “Combat Stress” e facilitare il maneggio, l’estrazione e il tiro in dette condizioni.